Grazie al contributo del Gastroenterologo Dott. Guido Marini
La carenza di Ferro è una condizione che può accompagnare le persone che soffrono di problematiche gastriche, dal momento che lo stomaco è uno degli organi coinvolti nel processo di assorbimento di questo minerale. A generare un deficit è in questo caso un uso improprio dei protettori gastrici che vengono prescritti a chi soffre di reflusso gastroesofageo, iperacidità o gastrite.
Il Ferro è una sostanza indispensabile per la nostra salute. Per approfondire leggi l’articolo Carenza di Ferro.
Un uomo adulto possiede circa 3-4 g di Ferro. A causa della desquamazione delle cellule del nostro apparato digerente e della cute, ogni giorno se ne perde circa 1 mg, valore che nelle donne in età fertile raggiunge 2-3 mg, a causa del ciclo mestruale. Per quanto riguarda la gravidanza leggi l’articolo Carenza di Ferro in gravidanza: alimentazione e integratori.
Assorbimento del Ferro: il ruolo dello stomaco
Lo stomaco, grazie al suo pH acido, partecipa al processo di assorbimento del Ferro (che avviene a livello duodenale) trasformando il Ferro ferrico in ferroso, unica forma assorbibile dall’organismo. L’acidità permette a quest’organo di svolgere anche altre funzioni. Tra le principali ricordiamo che lo stomaco:
- Funge da serbatoio temporaneo per il cibo
- Attiva la pepsina (enzima fondamentale per la digestione) e inizia la digestione
- Supporta l’attività del microbiota intestinale, un insieme di microrganismi responsabile del nostro metabolismo, della funzionalità del sistema immunitario e del tono dell’umore (asse intestino-cervello)
- Secerne una sostanza necessaria all’assorbimento della vitamina B12
- Secerne anche muco, una sostanza che protegge lo stomaco dalla sua stessa acidità
È evidente che la secrezione acida dello stomaco non è un fattore negativo ed è per questo che va preservata a livelli fisiologici.
Carenza di Ferro: l'impatto dei gastroprotettori
In presenza di problematiche gastriche, come reflusso gastroesofageo, iperacidità e gastrite spesso vengono prescritti gli “inibitori di pompa protonica” (“IPP”) o “gastroprotettori”, farmaci che hanno la funzione di bloccare la secrezione acida dello stomaco (tra le categorie di medicinali a maggior consumo in Italia - Report OSMED).
In realtà, come abbiamo visto, l’acidità è indispensabile allo stomaco per svolgere le proprie funzioni. Quindi utilizzare i medicinali descritti per tempi medio-lunghi comporta un’alterazione del pH fisiologico dello stomaco e di conseguenza un’alterata capacità digestiva e un potenziale deficit di Ferro.
Un problema socio-sanitario che riguarda gli IPP, come riportato dal Report Osmed, è l’uso eccessivo (abuso) da parte dell’utilizzatore finale. L’uso improprio degli IPP aumenta il rischio di andare incontro a danni di tipo infettivo e non infettivo.
Danni infettivi
- Una metanalisi su ventitré studi e 272 mila pazienti dimostra che un abuso di IPP si associa ad un aumento del 69% di infezioni di C. difficile, Salmonella, tifo, paratifo e Campylobacter.
- Altri studi randomizzati hanno evidenziato che provoca un aumento del rischio di polmonite.
Danni non infettivi
- Rischio di fratture, per ridotta disponibilità oraria di calcio e aumento di produzione di paratormone, che comportano una maggiore fragilità alle ossa
- Nefriti interstiziali acute, che possono provocare danni renali anche gravi
- Aumento di demenza (+38%) e Alzheimer (+44%), a causa dell’aumentata produzione di una proteina amiloide a livello centrale
- Riduzione dell’assorbimento di vitamina B12 e di Ferro