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Disintossicare l’organismo attraverso l’alimentazione

ortaggi

Il nostro benessere passa attraverso ciò di cui ci nutriamo. Essere consapevoli dell’aspetto curativo del cibo può cambiare il punto di vista e offrire una nuova prospettiva.

Una dieta disintossicante pone l’intero organismo in un processo di detossificazione dalle sostanze di scarto accumulate nell’arco dei mesi. Le tossine che il nostro corpo accumula sono di due tipi: di tipo endogeno, ossia prodotte dai fisiologici processi metabolici che ci consentono di vivere (digestione, respirazione) e di tipo esogeno, derivanti da fattori esterni come l’inquinamento ambientale, l’assunzione di farmaci e un’alimentazione basata principalmente sul consumo di carne, latte, latticini, zuccheri e prodotti confezionati carichi di conservanti.

Depurare stomaco e intestino permette all’organismo di eliminare le tossine che, se non correttamente smaltite, diventano inevitabilmente causa di stati infiammatori, anche in distretti corporei distanti dall’apparato digerente. In particolare la ritenzione dei liquidi corporei è la risultante del tentativo dell’organismo di “diluire” il carico di tossine al fine di limitare i danni infiammatori.

L’importanza dell’acqua

Il processo depurativo della dieta disintossicante sarà ancora più efficace se accompagnato ad un’adeguata assunzione di acqua. L’apporto ottimale è 30 ml per chilo di peso corporeo, quindi un adulto di 70 kg necessita di almeno 2.100 ml di acqua. L’acqua, costituendo il 55/60% del peso corporeo di un adulto, è il principale componente dell’organismo umano.

La disidratazione compromette l’omeostasi, cioè la capacità dell’organismo di autoregolarsi e aumenta il rischio di calcoli e disordini dell’apparato urinario e non solo. Pertanto fondamentale è ascoltare e non sottovalutare lo stimolo della sete che, purtroppo, i ritmi frenetici della società attuale molto spesso ci inducono a reprimere. L’acqua è anche il mezzo con cui vengono eliminati i cataboliti, cioè i prodotti di rifiuto del nostro metabolismo e le sostanze tossiche derivate da errori alimentari, dall’inquinamento ambientale, dall’abuso di farmaci, dallo stress.

Anche l’acqua va scelta con cura: il primo dato da osservare in etichetta è il residuo fisso a 180°. Un buon residuo fisso deve essere inferiore a 50 mg per litro. Un residuo fisso alto sovraccarica l’organismo e gli organi di filtrazione e purificazione. Il secondo valore da considerare è il pH, quello ottimale è compreso nell’intervallo tra 6 e 7, pH che si avvicina a quello fisiologico umano. Oltre all’acqua pura consumata preferibilmente a temperatura ambiente, per rendere più facile il consumo di liquidi si possono bere anche tisane, infusi di frutta e centrifugati di frutta-verdura. L’acqua infine contribuisce a idratare le fibre alimentari introdotte con l‘alimentazione contribuendo a favorire il transito intestinale.

Ortaggi, cereali integrali, semi, legumi e pesce sono alimenti depurativi-antinfiammatori

maracuja (1)

La dieta disintossicante e depurativa

Semaforo verde

Ortaggi, cereali integrali, semi, legumi e pesce sono alimenti depurativi-antinfiammatori.

  • Frutta e verdura fresca biologica di stagione.

  • Cereali integrali: per l’assenza di glutine (proteina implicata negli stati infiammatori) sono da preferire riso, mais, teff, miglio, quinoa, amaranto, oppure avena e orzo, poiché la struttura molecolare del glutine in questi ultimi è meno dannosa; nel caso di alimenti a base di frumento si consiglia la tipologia di “grani antichi”, come Senatore Capelli, Timilia e Gentil Rosso.

  • Semi oleaginosi: semi di canapa decorticati, lino, sesamo, girasole, zucca, chia, noci, mandorle, nocciole, anacardi, pinoli.

  • Legumi: lenticchie, piselli, ceci, fagioli, lupini e alimenti proteici vegetali, come il tofu.

  • Pesce: per beneficiare del suo apporto nutrizionale ed evitare i rischi legati al bioaccumulo, si consiglia di prediligere i pesci tipici del territorio di piccola taglia e di consumarlo 2 o 3 volte alla settimana.
noci (1)
insalata (1)

Semaforo rosso

Latticini, carne, cibi confezionati, zuccheri e carboidrati raffinati hanno un effetto pro-infiammatorio e intossicante dell’intestino.

  • Latte e latticini: la caseina (proteina del latte) è usata in ambito industriale per produrre colla per le etichette, per l’incollaggio dei cartoni o come addensante negli alimenti preconfezionati. A contatto con i succhi gastrici, il latte vaccino “caglia” formando una massa compatta mucillaginosa che si incolla e fodera le pareti intestinali determinando, giorno dopo giorno, lo sviluppo di lesioni e di infiammazioni nelle pareti intestinali. Da ciò conseguono: intossicazione cronica, intolleranze alimentari, debolezza immunitaria, aumentata produzione di muco. Ricordiamo che il latte vaccino contiene anche un numero elevatissimo di ormoni.

  • Carne e derivati: l’uomo non è fisiologicamente “strutturato” per mangiare carne. Il nostro intestino infatti è più lungo rispetto a quello degli animali carnivori e non consente l’eliminazione in tempi rapidi dei residui inutilizzati della carne ingerita. Questi, permanendo a lungo nell’intestino, si depongono, favorendo la crescita della flora batterica putrefattiva che danneggia l’equilibrio (eubiosi) della flora batterica intestinale. Infine, per l’alta concentrazione di acidi grassi saturi e prostaglandine, carne e derivati sono alimenti altamente proinfiammatori.
  • Zuccheri e carboidrati raffinati: determinano lo sviluppo di una fortissima disbiosi intestinale fermentativa; indeboliscono il sistema immunitario (lo zucchero, infatti, riduce sensibilmente la capacità dei granulociti neutrofoli di inglobare e distruggere i batteri) e promuovono l’insorgenza dell’insulino resistenza.
    Inoltre, un consumo eccessivo di carboidrati raffinati innalza in modo importante e smisurato l’indice glicemico nel sangue, che induce un’aumentata produzione e secrezione di insulina. L’insulina, oltre a favorire l’assorbimento del glucosio nei tessuti, regola anche l’attività dell’HMG-CoA riduttasi (idrossimetilglutaril-coenzima A reduttasi), enzima che riveste un ruolo di primo piano nella produzione del colesterolo nell’organismo.

    Come dolcificante, sono da preferire malto di riso, di mais, d’orzo, dolcificanti naturali ottenuti dalla germinazione dei cereali, peculiarità che li rende un concentrato di minerali e vitamine. Il malto, a differenza dello zucchero grezzo di canna viene assimilato lentamente dall’organismo e fornisce un’energia costante e continua mantenendo il tasso glicemico pressoché uniforme.
    La germinazione, inoltre, contribuisce alla formazione di amilasi, enzima che favorisce la demolizione dell’amido, riducendo la quota che arriva non digerita nell’intestino crasso e quindi minimizzando il rischio di fermentazioni. Si consiglia anche di evitare l’eccesso di cereali contenenti glutine soprattutto frumento, farro, kamut, segale.
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