Il nostro fine è evitare di contrastare i processi fisiologici dell’organismo. Il nostro è un approccio olistico. Un approccio che favorisce il ripristino dell’equilibrio fisico, affrontare le cause con la massima efficacia. Garantendo così un rapido sollievo dalle sintomatologie.
Il nostro approccio, il vostro corpo
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Apparato osteoarticolare e muscolare
INFIAMMAZIONE E DOLORE
L’INFIAMMAZIONE è una risposta adattiva a qualcosa che il nostro organismo percepisce come potenzialmente dannoso.
Clinicamente, i segni cardine dell’infiammazione sono:
- calore della parte infiammata
- arrossamento
- tumefazione
- dolore e alterazione funzionale
Questi sintomi colpiscono in maniera frequente l’apparato muscolo-scheletrico, creando quindi tensioni localizzate sia a livello muscolare e tendineo, che osteoarticolare.
L’infiammazione si sviluppa attraverso complessi processi biochimici, i target dell’infiammazione, a cui partecipano componenti molecolari e cellulari, strettamente interconnesse tra loro come:
- La cascata dell’acido arachidonico
- ROS e RNS
- Il sistema del complemento
- Il sistema endocannabinoide
- I recettori dei glucocorticoidi
COS’È IL DOLORE?
Il dolore rappresenta il mezzo con cui l'organismo segnala un danno tissutale. Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain - 2020) e dell'Organizzazione mondiale della sanità, il dolore «è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a (o simile a quella associata a) un danno tissutale potenziale o in atto».
Può essere di due tipi:
- Dolore acuto compare improvvisamente; fra le sue possibili cause sono inclusi una malattia, un trauma (per esempio un infortunio mentre si pratica sport) o l’infiammazione di un tessuto dell’organismo (come quella associata a uno stiramento dei muscoli). La sua durata è limitata nel tempo; quando, invece, i fastidi durano per più di 12 settimane si parla di dolore cronico.
- Dolore cronico può derivare da un trauma iniziale (per esempio una caduta su una spalla), che finisce per avere conseguenze a lungo termine, oppure può avere alla sua base una condizione persistente (per esempio patologie cronico degenerative come l’artrite).
Di seguito alcuni tipi di dolore:
TIPO DI DOLORE | LE PIÙ COMUNI | SINTOMI |
Dolore acuto |
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Dolore cronico |
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QUAL È ALLORA LA DIFFERENZA TRA INFIAMMAZIONE E DOLORE?
Dolore e infiammazione sono due cose diverse, ma in realtà hanno molti aspetti in comune. O meglio, nella maggior parte dei casi il dolore che proviamo in una parte del corpo, che sia la testa (cefalea), un muscolo (mialgia) o altro, è spesso causato da una sottostante infiammazione.
Il muscolo è un tessuto anatomico costituito da una serie di fasci, ossia un insieme di unità cilindriche le quali a loro volta sono costituite dalle cellule muscolari, chiamate fibre muscolari. Ogni fibra muscolare contiene migliaia di miofibrille, di lunghezza (anche fino a 30 cm) e diametro variabile, a seconda del muscolo che vanno a costituire (muscoli scheletrici, muscoli striati miocardici, muscoli lisci) e a seconda delle caratteristiche fisiologiche e della funzione anatomica le possiamo distinguere in fibre lente e resistenti alla fatica, fibre veloci e resistenti, fibre veloci e poco resistenti, fibre intermedie.
Ogni muscolo così è adatto a svolgere una determinata funzione in base alla velocità di contrazione, alla resistenza e alla fatica.
Lo strappo muscolare si verifica quando, in seguito ad un errato, brusco o troppo repentino movimento, si causa la rottura delle fibre suddette che costituiscono i fasci muscolari. Sono frequenti soprattutto tra gli sportivi, o per poco allenamento o per un assente o non adeguato riscaldamento prima dell’attività fisica, il muscolo si viene a trovare “freddo”, ossia non pronto e preparato a svolgere i movimenti richiesti e a sostenere la fatica e lo sforzo.
A seconda del numero di fibre che vengono danneggiate, gli strappi muscolari possono essere così classificati:
- strappo di 1° grado (distrazione muscolare): si danneggia un numero limitato di fibre (meno del 5% della totalità) e non vi è dolore, ma solo un fastidio al momento della contrazione del muscolo colpito.
- strappo di 2° grado: il numero di fibre lesionate è maggiore (fascicoli interi) e si avverte una dolorosa e acuta fitta in seguito alla contrazione muscolare; il muscolo rimane contratto, rigido e dolorante anche a riposo. Si possono osservare anche edema e gonfiore.
- strappo di 3° grado: la lesione coinvolge il muscolo nella sua interezza, è palpabile anche dall’esterno poiché si crea un avvallamento in seguito al retrarsi dei due capi delle fibre lesionate. Si presentano anche in questo caso rigidità e impossibilità di movimento, edema e gonfiore, dolore anche a riposo, ed inoltre, essendo questo lo stadio di più grave entità, può verificarsi la rottura della fitta rete di capillari che irrorano il muscolo, portando a fuoriuscita di sangue visibile in superficie per la formazione di ematomi.
I muscoli maggiormente colpiti sono quelli degli arti, in particolare delle cosce i flessori, gli adduttori e il quadricipite, delle gambe il tricipite surale e delle braccia il bicipite e il deltoide.
I fattori predisponenti lo scaturire di uno strappo muscolare in seguito ad un movimento possono essere il freddo, l’umidità, la fatica, le possibili alterazioni nel ricambio degli strati di carbonio, i movimenti bruschi, l’eccessivo sforzo.